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Post originale su CAM.

ATTENZIONE. Cerchiamo talenti inespressi, scrittori esordienti che desidererebbero essere pubblicati e avere successo misurando le proprie abilità in tv. Si tratta di un Talent Show con grandi ospiti e giudici di eccellenza, una vetrina promozionale senza precedenti che abbinerà in una forma totalmente inedita letteratura e spettacolo.

Fatevi avanti per la prossima edizione de La Pupa e il Secchione.

(contattateci in posta privata)

Ironia a parte, sì, un po’ di giorni fa siamo stati contattati dalla produzione di Masterpiece, uno dei talent show più chiacchierati del momento. La richiesta d’aiuto era molto precisa: dateci una mano con le selezioni per il casting. Una sorta di lavoro da talent scout per garantire un filtro qualità in grado di segnalare dei possibili scrittori/concorrenti. Una mail inaspettata e poi una telefonata. In questo modo ho potuto fare una chiacchierata con un membro della produzione.

In sintesi: FremantleMedia e Rai Tre produrranno un Talent Show per scrittori esordienti che andrà in onda, appunto, su Rai tre a partire da novembre.

La cosa ha scatenato in me 3 grossi interrogativi:

  1. Perché?
  2. Perché in Italia? Si tratta di un format inedito, non importato da nessun paese (FremantleMedia è una società di produzioni internazionali) e questa è una cosa piuttosto rara nel nostro paese.
  3. In che modo cercheranno di spettacolarizzare la letteratura in uno show che, stando alle premesse, intende preservare una certa credibilità del prodotto e garantire la qualità dei concorrenti con le esigenze televisive proprie di un talent show?

(che poi già l’assonanza tra Masterpiece e MasterChef, assolutamente non casuale – sti furbacchioni del marketing – di per sé fa un po’ sorridere)

Probabilmente se state leggendo questo articolo, e se bazzicate in ambienti letterario-editoriali o se leggete i blog, la notizia vi è giunta all’orecchio, oppure tramite TvBlog o AffariItaliani. Ecco, già che ci siete posso approfittarne per darvi qualche dettaglio in più rispetto alle info di base.

Il programma partirà in novembre con una prima serie di sei puntate in seconda serata. Successivamente, in primavera, si svolgeranno altre otto puntate in prima serata, almeno questo secondo gli ottimistici piani aziendali. Perciò: una prima trance di eliminatorie e una seconda dedicata alle fasi finali. I casting sarebbero previsti in settembre e si svolgeranno a Torino, città nella quale verrà girato il programma.

Info che naturalmente mi ha fatto accendere una lampadina:
«Avete per caso coinvolto anche Scuola Holden
«Sì, è una delle tante realtà che abbiamo contattato»
Giusto per per replicare ai pettegolezzi che si inseguono sul web a proposito dello “zampino” di Baricco in tutto questo ambaradan.

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Lo scopo del gioco? Vincere. Essere il “Last Man Standing”, cioè passare le varie eliminatorie, arrivare in finale e portarsi a casa il premio, proprio come qualsiasi altro talent. In Masterpiece il vincitore pubblicherà il proprio romanzo con una grande casa editrice (quale ancora non si sa).

La produzione in questi giorni si sta accordando con qualche grande gruppo editoriale per formalizzare i dettagli della cosa. Senza contare che, se dimostri di essere un tipo giusto, è probabile che tu riesca a scucire un contratto editoriale con un’altra casa editrice che per ovvie ragioni potrebbe desiderare di averti nel suo catalogo (sei andato in tv, piaci alla gente, funzioni: ho maggiori possibilità di vendere più copie del tuo libro che non di un esordiente qualunque).

Requisiti per partecipare? Non aver pubblicato nulla e non avere alcun contratto editoriale in essere. Insomma, si stanno cercando autori esordienti, giovani virgulti che non hanno ancora perso la verginità con una pubblicazione. Con qualche piccola eccezione: racconti o poesie su blog o riviste (da questo punto di vista non mi hanno dato l’impressione di avere le idee molto chiare).

In poche parole: devi avere il romanzo inedito nel cassetto. Una caratteristica comune in Italia dove ci sono più scrittori che lettori (sì, lo so, il solito luogo comune). Forse è per questa ragione che si è deciso di testare per la prima volta Masterpiece in Italia. un paese affetto da un acuto autismo letterario (letterario?).

Ma come si svolgerà Masterpiece? Domanda da un milione di dollari.

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C’è chi dice: “in fondo si tratta di un concorso letterario – in Italia ce ne sono un sacco e fioccano come funghi, proprio come i festival – sicuramente un po’ diverso dal solito ma, stringi stringi, si parla dello stesso malloppo: soldi o pubblicazione o vetrina importante per promuoversi agli occhi delle case editrici”.

E poi ci sono più o meno le stesse dinamiche: concorrenti, libri, giuria.

Ok (anche se le cose non stanno proprio così). Il dubbio semmai sta da una parte nel mezzo usato per portare avanti questo progetto – la tv – dall’altra nell’oggetto da spettacolarizzare, cioè la letteratura, che in Italia è sempre rimasta un’esperienza privata, poco condivisa, alle volte elitaria e poco (o in alcuni casi in modo molto stucchevole) performativa.

Insomma ci fa strano immaginare degli scrittori in gara, in competizione tra loro, cimentarsi in una serie di prove davanti alle telecamere. La stessa cosa non vale per altre pratiche. La musica, di per sé, implica un’esibizione, quindi fare spettacolo, vedi X Factor. Stessa cosa dicasi per altre discipline come il ballo, vedi Amici di Maria de Filippi e così via. Per la scrittura vale un discorso opposto.

Da questo punto di vista posso dirvi quello che so, cioè che gli autori stanno cercando di elaborare dei modi per poter mettere in scena una serie di piccoli contest di scrittura. Ad esempio attraverso contenuti pre-registrati, montati e trasmessi, proprio come avviene in altri format televisivi (talent-reality).

Faccio un esempio: i concorrenti durante la settimana vengono messi nelle condizioni di vivere delle esperienze particolari o inusuali. Dopodiché dovranno scriverne qualcosa. Oppure altre tipologie di laboratori “instant-creative-writing” (questa sigla me la sono inventata al momento), o scrittura collettiva (con la dinamica dei gruppi di lavoro o delle squadre in competizione) che rispondono a compiti/obiettivi settimanali.

Altro esempio: Masterpiece avrà degli ospiti importanti in trasmissione. Artisti, attori, cantanti che si avvicenderanno in ogni puntata: i concorrenti dovranno comporre testi che verranno musicati, recitati, performati in una qualche maniera da questi ospiti illustri. Proprio così: di conseguenza Masterpiece darà spazio a forme di scrittura come la poesia (gulp!) e il cantautorato.

Insomma: scrittura creativa a 360°, non solo narrativa.

(da quello che mi hanno detto Masterpiece è un continuo cantiere aperto: tutto quello che state leggendo è frutto di continue modifiche, correzioni, ripensamenti)

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Selezione dei concorrenti? Come ho già detto ci saranno dei casting e successivamente delle audition. Si valuterà la qualità e il talento degli scrittori, ma si adotteranno anche dei “discrimini televisivi”. Comprensibile. Stando a quello che mi hanno detto non si tratta di premiare i singoli concorrenti che appaiono più telegenici, ma di tenere conto dell’esigenza di comporre una squadra assortita, quindi munita di vari “tipi” di concorrenti-scrittori.

(oh mio Dio, questa cosa un po’ mi preoccupa: corriamo davvero il rischio di sorbirci dei “tipi” di scrittori come il trentenne neo-Giordano che scrive romanzi per i fan di Jovanotti, la escort che scrive racconti erotici alla ricerca di nuove 50 sfumature di Sasha Grey, il tizio con la barba sfatta, l’alito da whisky e il sigaro in bocca che finge di scrivere noir, lo scrittore romano, intellettuale scanzonato, con la giacca e la sciarpetta, il quarantenne impotente che sogna di essere il nuovo DFW, la ragazzina che scrive saghe di teen fantasy da 10.000 pagine, la poetessa del Dams, e così via?)

Certo, molti dubbi rimangono. Tra i quali: un programma del genere potrà mai funzionare? Tenendo conto delle spietate logiche dell’audience, arrivare a quattordici puntate potrebbe costituire un traguardo un po’ troppo ambizioso per un format come Masterpiece.

E poi: sicuri che un talent ideato in questa maniera potrà davvero garantire un minimo di qualità/credibilità e premiare effettivamente il talento anziché l’eccentricità o telegenia del furbachione di turno? Mah. Il rischio è di fare i conti con una serie di casi umani. E molti blog letterari e case editrici con una casella mail sanno di cosa sto parlando. Il mondo degli aspiranti scrittori in Italia è popolato da un più o meno vasto ed inquietante circo dei freaks, dove scovare qualcosa di buono diventa sempre più faticoso.

Certo è che, data la difficoltà per uno scrittore di accettare di mettersi in gioco davanti ai riflettori, sottoponendosi a certe dinamiche televisive e a certe regole del gioco, il format, così per come appare nella sua fase ebrionale, mi sembra più propenso a premiare le personalità più egocentriche, per non dire spregiudicate e competitive. Caratteristiche che possono alle volte rappresentare delle qualità ma che non sono per forza connaturate nella “professione di scrittore”. Anzi, verrebbe da pensare il contrario.

La questione è quanto mai attuale: esiste davvero la “necessità” dello scrittore di essere/trasformarsi in “personaggio” a caccia di visibilità, passaggi televisivi, incremento della popolarità? Cioè convertirsi ad una figura come un’altra fagocitata dallo star system?

E a quale scopo? Vanità, protagonismo? Certo ma non solo, ora c’è da considerare il fatto che con la crisi che avanza la tv (o qualsiasi altra ribalta mediatica) costituisce un approdo confortante, se non altro perché premia sicuramente le vendite, il Santo Graal inseguito in modo paranoico da case editrici che con la crisi rischiano di chiudere dall’oggi al domani. Case editrici che forse potrebbero trasformarsi in lascive fiancheggiatrici di una fabbrica di facce catodiche da portare in libreria, proprio in virtù (esclusivamente?) dei loro passaggi televisivi.

(in ogni caso niente di nuovo sotto il sole)

Personalmente, rischio di deriva trash o meno, un programma del genere potrebbe stuzzicare la mia curiosità, e quella di molti altri, considerando che guardo la tv molto raramente, che qualche volta non disdegno le tonnare catodiche e che l’ultimo programma che ho seguito con una certa costanza risale a Sarabanda (sì, soprattutto la saga dell’Uomo Gatto).

Posso però capire il dubbio, per non dire l’ostilità (snob/radical chic/pregiudiziale?), ostentata da un certo ambiente, la repulsione mista a fastidio manifestata da scrittori che si sono già affermati e, soprattutto, l’ironia dilazionata del web.

(riporto due tweet di due amici giusto per riassumere l’andazzo)

andrea Coccia Twitter Masterpiece Talent

Antonio Lauriola Twitter Masterpiece Talent

Su Finzioni Michele Marcon parla di «”incapaci che provano a scrivere e non ce la fanno” (con tutto il rispetto), ma siamo proprio sicuri che questo genere di cose possa avvicinare alla lettura?».

Buttafuoco sul Foglio dice cose come queste: «l’Italia di Fabio Fazio, dove nessuno legge ma si scrive sotto la dettatura dell’ideologicamente corretto che, di per sé, è solo voga, conformismo e somaraggine pop, giammai esercizio di critica. Peggio della televisione ci può essere solo una scuola di scrittura creativa, dicono i maligni; ma è proprio una magnifica idea far di letteratura un talent; e se, come promesso, ci saranno autori noti che giudicheranno scrittori in erba, ci saranno liti, polemiche celiniane, momenti trash tipo “La Corrida”, con alberi cui tendere pargolette mani, facendo poi fronteggiare scrittrici fumose e scrittori isterici, e si farà di letteratura spettacolo, perché infine la vanità è benzina».

Gian Paolo Serino invece si autocandida a giudice di Masterpiece su Facebook.

Serino Masterpiece Talent

Sulla stessa scia il Deboscio ironizza puntando sul toto-giudici: i quattro big che sottoporranno a giudizio i concorrenti di Masterpiece. Il decalogo scommette su: Pinketts, Genna, Nove, Baricco, Busi, Montanari, Parente, Murgia, Siti e il pupazzo Five.

Mi sembra già un’ottima top ten. Per quanto mi riguarda aggiungo, e faccio il tifo per, la Santacroce e Garrison.

garrison

Chi vivrà vedrà. Se ci sono novità vi faccio sapere: stay tuned!

1 thoughts on “Masterpiece, nuovo talent per scrittori esordienti

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